Festa di Carnevale a napoli

festa di carnevale a napoli

 DALLE ORIGINI AI NOSTRI PARTY….

Festa di carnevale a napoli

Festa di Carnevale.
Le tradizioni di Carnevale, maschere tradizionali e costumi popolari di Carnevale.

In base agli studi di eminenti glottologi, Carnevale deriva da “carnem levare”, e prove sicure di questa etimologia ci vengono anche dal termine siciliano “carnilivari” e da quello spagnolo “carnestoltes”. Originariamente, Carnevale indicava il giorno da cui sarebbe incominciato il periodo della Quaresima, durante il quale non si sarebbe più mangiata la carne, perché dedicato a penitenza e digiuni. Quindi: prima che iniziasse questo periodo di privazioni, bisognava approfittare per fare festa.
Nel Carnevale si è trasferita l’antichissima sfrenata testa dei Saturnali che a Roma si svolgeva per il solstizio d’inverno e possiamo riconoscere nel personaggio di Carnevale una sorta di successore del Re dei Saturnali. E come quest’ultimo, che, dopo aver assunto il ruolo del Dio Saturno e del Re della Baldoria, alla fine veniva immolato, così il personaggio di Carnevale, dopo aver partecipato a tutte le manifestazioni di allegria e di baldoria, viene processato, condannato e bruciato.

Festa di carnevale a napoli

Il carnevale sta ad indicare uno dei riti di eliminazione del male per il principio dell’anno, ma allo stesso tempo anche di propiziazione della fertilità e abbondanza, come veniva indicato, presso i Romani, il sacrificio del Dio Saturno.
Un pupazzo rubicondo, coronato da re, sopra un carro e tra le maschere, attraversava le vie del paese, tra canti, suoni e schiamazzi, e fermatesi “al largo della fontana” veniva processato e condannato a morte. Prima dell’esecuzione però, nel fare il testamento, rivelava tutte le cattive azioni commesse dalla comunità; in modo particolare: i più bersagliati erano i mariti traditi, i disonesti, i professionisti incapaci…
Ad esempio: una maschera alle spalle del fantoccio faceva il gesto delle corna e chiedeva: “A chi le lasci?”, e un’altra rispondeva col nome di qualche noto cittadino.

Festa di carnevale a napoli

In alcune regioni, quali il Piemonte, a fare testamento non è il Carnevale, ma il “pitù”, il tacchino: nel Monferrato, i giovani della leva durante il Carnevale ingrassano il tacchino e l’ultima domenica, dopo averlo trasportato solennemente in piazza sopra un carro trainato dalle tre migliori coppie di buoi del paese, lo legano a un palo con la testa penzoloni e, al segnale convenuto, si scagliano a cavallo menando colpi di bastone sul collo del povero animale finche la testa del pitù si stacca.
Poi uno dei giovani vestito da notaio legge il testamento in cui, sotto forma di consigli si rivelano tutti i difetti e le malefatte dei cittadini, i quali, pur essendo gravemente offesi, non reagiscono.
È la necessità della confessione pubblica dei peccati, perché la comunità inizi il nuovo anno pura da ogni macchia. Oltre al tacchino ci sono anche il porco e l’asino; già S. Girolamo (348-420 d.C.) ricorda due volte il “testamentum por-celti”, dato che la personificazione di animali sacrificati per propiziare l’abbondanza risale agli inizi della civiltà.

Il Carnevale di Venezia, il Carnevale di Viareggio, lo Storico Carnevale di Ivrea e in Sicilia il Carnevale di Acireale e il Carnevale di Sciacca e ilcarnevale di Fano nelle marche, sono considerati tra i più importanti al mondo. La loro fama, difatti, travalica i confini nazionali e sono in grado di attrarre turisti sia dall’Italia che dall’estero. Il Carnevale più lungo d’Italia è però quello di Putignano.

Uno dei carnevali più antichi d’Italia arrivato ai giorni nostri è il Carnevale di Verona, risalente al tardo medioevo e il cui nome originale è Bacanàl del Gnoco.

Festa di carnevale a napoli

Il Carnevale di Venezia è conosciuto per la bellezza dei costumi, lo sfarzo dei festeggiamenti nella magica atmosfera della Laguna e consta di diversi giorni fitti di manifestazioni di svariato tipo: mostre d’arte, sfilate di moda, spettacoli teatrali ecc.

Il Carnevale di Viareggio ha origine nel 1873 ed è uno dei più importanti e maggiormente apprezzati carnevali a livello internazionale. A caratterizzarlo sono i carri allegorici più o meno grandi che sfilano nelle domeniche fra gennaio e febbraio e sui quali troneggiano enormi caricature in cartapesta di uomini famosi nel campo della politica, della cultura o dello spettacolo, i cui tratti caratteristici, specialmente quelli somatici, vengono sottolineati con satira e ironia.

Lo Storico Carnevale di Ivrea, famoso per il suo momento culminante della Battaglia delle Arance, è invece considerato uno tra i più antichi e particolari al mondo[20], seguendo un cerimoniale più volte modificatosi nel corso dei secoli. L’intero carnevale ha il pregio di rappresentare, sotto forma di allegoria, la rivolta dei cittadini per la libertà dal tiranno della città, probabilmente Ranieri di Biandrate, ucciso dalla Mugnaia su cui si apprestava a esercitare lo jus primae noctis. Fu quell’evento a innescare la guerra civile rappresentata dalla battaglia tra il popolo e le truppe reali che viene rievocata durante il carnevale, dove le squadre di Aranceri a piedi (ossia il popolo) difendono le loro piazze dagli aranceri su carri (ossia l’esercito) a colpi di arance a rappresentare le frecce, mentre tra le vie della città sfila il corteo della Mugnaia che lancia dolci e regali alla popolazione.

Il Carnevale di Sciacca rinomato per la bellezza delle sue opere in cartapesta realizzate dai locali maestri ceramisti, è il carnevale più antico diSicilia, con origini che risalgono al periodo romano. Oggi è caratterizzato da sfilate di carri allegorici che percorrono l’antico centro della città accompagnati da gruppi mascherati che danno vita a coreografie realizzate sulle note di musiche a tema.

Famoso è il Carnevale di Acireale, comunemente definito “il più bel Carnevale di Sicilia” per la bellezza dei suoi carri allegorici e infiorati. Esso è frequentato da numerosi forestieri, i quali approfittano di questa festa popolare per visitare o rivisitare i monumenti della città barocca.

In Sicilia si ricorda ancora il Carnevale di Paternò del secondo dopoguerra, che dall’Epifania al martedì Grasso attirava masse di pubblico in cerca di divertimento da varie province, invadendo l’intera città, trasformata in una enorme balera all’aperto, sotto una fantasmagorica illuminazione artistica. Infatti esso era caratteristico non solo per le varie sfilate (di gruppi in maschera, macchine infiorate e carri allegorici notevoli per grandezza e bellezza) che si svolgevano negli ultimi tre giorni ed erano dotate di ricchi premi in denaro, ma anche per la possibilità data a tutti di ballare per le vie e le piazze, oltre che nei ritrovi notturni, mediante musiche diffuse da altoparlanti, tutti i giorni fino a mezzanotte, esclusi i venerdì (in cui non c’erano né musiche né balli). Erano vietate le allegorie politiche e religiose. Un’altra caratteristica era quella che per scherzo di Carnevale le persone mascherate potevano “impegnare” quelle non mascherate e ballare insieme o farsi pagare consumazioni al bar, mentre si potevano intrecciare relazioni amorose, magari senza mai conoscere l’identità della controparte in maschera. In quel periodo nessun tipo di reato veniva commesso: e questo era l’unico divertimento di tutto l’anno, tanto che il Carnevale di Paternò era detto “il più divertente Carnevale di Sicilia”.

La Puglia è la regione italiana con il maggior numero di manifestazioni abbinate alla lotteria nazionale del carnevale: il già citato Carnevale di PutignanoCarnevale di MassafraCarnevale di GallipoliCarnevale Dauno a Manfredonia e il Carnevale Terranovese a Poggio Imperiale.

In Basilicata è molto conosciuto il Carnevale estivo di Laurenzana in provincia di Potenza. Evento nato per promuovere le bellezze monumentali (Castello del XII secolo, Chiesa madre, Convento benedettino ecc.) e paesaggistiche (l’Abetina di Laurenzana conosciuta per la presenza dell’Abete Bianco). Si festeggia il primo sabato dopo ferragosto. Molto importante per la regione lucana risulta essere il Carnevale di Lavello. La maschera tradizionale della città risulta essere il Domino. Ogni sabato fino al sabato successivo al mercoledì delle ceneri si festeggia questo carnevale con grandi balli. L’ultimo sabato del carnevale lavellese è segnato dalla tradizionale rottura della pentolaccia.[21]

A Oristano, nell’isola di Sardegna, si svolge, durante gli ultimi tre giorni di carnevale, la splendida giostra mascherata a cavallo, denominata Sa Sartiglia. Durante la quale i cavalieri si sfidano in bravura ad infilzare una stella forata al centro, nonché realizzando spettacolari acrobazie sopra i cavalli lanciati al galoppo sfrenato.

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